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La grazia del pentimento

Nel Vangelo di oggi Gesù narra la seguente parabola:

Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna. Ed egli rispose: Non ne ho voglia. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: Sì, Signore. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre? … In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio … non vi siete nemmeno pentiti così da credergli“.

Il racconto evangelico ci riporta in un contesto familiare. Chissà quante volte abbiamo vissuto la stessa scena nelle nostre case, dalla parte del padre o di uno dei due figli.

Nella narrazione, in entrambi i figli c’è una risposta negativa alla richiesta del padre: il primo manifesta immediatamente il suo “no”; il secondo lo compie con i fatti, tradendo l’iniziale accoglienza positiva.

Gesù comunque non sembra volerci far soffermare sulle risposte negative, quanto piuttosto invitarci a riflettere sull’incapacità di pentimento. Conclude, infatti, la parabola dicendo: “Non vi siete nemmeno pentiti“; e del primo figlio sottolinea: “Ma poi si pentì e vi andò”.

Il vero “peccato” più che lo sbaglio è la mancanza di pentimento; più che la caduta è la non voglia di rialzarsi; più che lo stop è l’incapacità di ripartire; più che la lite è la chiusura al dialogo.

In questo periodo di preparazione al Natale, chiediamo al Signore che ci dia la grazia del pentimento: ci aiuti a riconoscere i nostri errori e sostenga il desiderio di superarli.

Don Michele Fontana