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Il nostro caro don Mimmo, vescovo di Napoli

Il lungo scampanio con cui don Michele, a mezzogiorno di sabato 12 dicembre, ha annunciato alla comunità parrocchiale di Satriano Marina la nomina di don Mimmo Battaglia ad Arcivescovo di Napoli, ha sicuramente ravvivato nelle menti dei “marinoti” tanti ricordi legati alla figura di questo straordinario prete di strada, che inizia il suo apostolato di presbitero proprio nel paese natio, nelle funzioni sia di parroco di “S. Maria di Altavilla” di Satriano centro e sia di amministratore parrocchiale di S. Maria della Pace di Laganosa.

Ed è nella veste di amministratore parrocchiale che il 27 dicembre del 1993, una giornata segnata da una forte tempesta di pioggia e vento, don Mimmo Battaglia sottoscrive, assieme all’Arcivescovo di Catanzaro, mons. Antonio Cantisani, al Sindaco, Giulio De Loiro e al progettista arch. Antonio Riverso, la pergamena che viene inserita nella prima pietra della nuova Chiesa di Laganosa.

La posa delle prima pietra della Chiesa della Laganosa, credo abbia rappresentato una pagina memorabile sia per la storia di Satriano e sia per la storia di don Mimmo Battaglia, la cui vita spesso si interseca nella storia complessiva del suo Borgo.

E ciò fin dagli anni della sua infanzia, quando, dopo l’esperienza di emigrato negli USA, ritornando a Satriano, incontra nelle vesti di chierichetto don Luigi Mattei, il parroco che gli fa “nascere il desiderio di diventare prete “.

Ed è sempre nella parrocchia di S. Maria d’Altavilla che don Mimmo inizia il percorso della sua vocazione, sotto la guida prima di don Luigi Mattei e poi di don Ciccio Santaguida, il parroco, che gli sarà particolarmente vicino negli anni più difficili e delicati della formazione in seminario.

Per questo, don Ciccio, il 6 febbraio del 1988, avrà la gioia di festeggiare, con le lacrime agli occhi la sua ordinazione sacerdotale e di accompagnare il giovane sacerdote, con l’amore di padre, nelle sue prime esperienze pastorali.

Esperienze che vedranno don Mimmo Battaglia subito nelle vesti di protagonista, allorquando nel 1992, a soli 29 anni, riceve da mons. Cantisani l’incarico della presidenza del Centro Calabrese di Solidarietà, un incarico importante e delicato, che don Mimmo assolverà per 25 anni e che varrà a consacrarlo come straordinario prete di strada nella Chiesa Calabrese.

Per don Mimmo il Centro Calabrese di Solidarietà Catanzaro sarà per 25 anni la sua “parrocchia”, il luogo, cioè, nel quale ogni giorno vivrà a stretto contatto con la fragilità e la povertà, e dove pianterà per gli ultimi, gli esclusi e gli emarginati la pianta della speranza.

Tutta Satriano, senza distinzione tra le comunità parrocchiali del capoluogo centro e di Satriano Marina, accompagnerà l’opera di don Mimmo presso il Centro di solidarietà calabrese con gioia cristiana e orgoglio satrianese.

Con la stessa gioia e lo stesso orgoglio che la popolazione di Satriano ha vissuto il 24 giugno del 2016 al suono delle campane della Chiesa Matrice e della Chiesa di S. Maria della Pace, che annunziavano la sua nomina a vescovo.

Con la stessa gioia e lo stesso orgoglio che le due comunità parrocchiali hanno avvertito il 3 settembre nel duomo di Catanzaro, in occasione della solenne cerimonia della sua consacrazione episcopale.
E ciò perche il suo apostolato don Mimmo lo ha sempre vissuto nel segno dell’ascolto e della vicinanza alla sofferenza, ricalcando, come prete e come vescovo, la strada che in passato gli aveva indicato don Tonino Bello, che è la strada di Cristo che si offre all’abbraccio degli ultimi con la passione di un amore autentico.

Ed è proprio questa immagine del Cristo, che si offre all’abbraccio della sofferenza, che diventa per don Mimmo Battaglia la stella polare che illuminerà anche il suo cammino episcopale, che egli vive sempre a fianco dei poveri, gli emarginati e gli ultimi, un’umanità senza speranza che si ritrova cucita addosso la paura di vivere.

Aiutare questa umanità a recuperare la fiducia e la speranza ad una vita nuova è stata la ragione di fondo delle tante battaglie ingaggiate da don Mimmo, battaglie nelle quali ha sempre stimolato la gente e soprattutto i giovani ad un impegno diretto e personale, perché, giusto come affermava don Milani, “le mani pulite, se sono in tasca, non servono a niente”.

E’ stato questo il percorso di vita di don Mimmo a fianco agli ultimi, un percorso segnato da intensa spiritualità, nel quale ha avuto la gioia di trovarsi accanto i suoi familiari, le comunità parrocchiali del suo paese, i vescovi della sua diocesi, prestigiose figure di religiosi, come il cardinale Martini, mons. Bregantini, don Tonino Bello, don Milani, don Luigi Ciotti, e soprattutto i rappresentanti di una umanità sofferente, per la quale si è costantemente impegnato a starle vicino nelle problematiche esistenziali, stimolando soprattutto i giovani a tirare” fuori le unghie tutti insieme” per determinare il cambiamento della Calabria.

Per tale ragione credo che don Mimmo Battaglia debba a giusta ragione rientrare tra i grandi protagonisti della storia della nostra regione, e ciò sia per le battaglie politiche che come uomo ha combattuto per la crescita e lo sviluppo della nostra regione, e sia per il sostegno spirituale che come consacrato ha costantemente garantito al popolo degli umili e dei diseredati.

Ed è stato sicuramente il successo di questo suo straordinario apostolato a garantirgli stima ed apprezzamento da parte di Papa Francesco, che nel 2016 lo ha nominato Vescovo di Cerreto Sannita-Telese e Sant’Agata dei Goti e solo dopo appena quattro anni gli ha assegnato la prestigiosa Cattedra di Pastore della Chiesa di Napoli, sede storicamente legata alla porpora cardinalizia.

Giulio De Loiro