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Il digiuno e i Padri del deserto

In questo primo venerdì di Quaresima proponiamo alla nostra riflessione alcuni detti dei Padri del deserto (monaci dei primi secoli) su Quaresima e digiuno.

– Un fratello venne a far visita ad abba (abbiate) Poimen nella seconda settimana di Quaresima, e dopo avergli rivelato i propri pensieri e aver trovato riposo, gli disse: “C’è mancato poco che mi trattenessi dal venire qui oggi”. Gli disse l’anziano: “Perché?”. Disse il fratello: “Mi sono detto: ‘Forse non mi aprirà a causa della Quaresima’”. Gli disse abba Poimen: “Non abbiamo imparato a chiudere la porta di legno, ma piuttosto quella della lingua”.

– Un fratello interrogò abba Poimen dicendo: “Che cosa devo fare?”. Gli disse l’anziano: “Quando Dio ci visita, di che cosa dobbiamo preoccuparci?”. Gli disse il fratello: “Dei nostri peccati”. Gli disse l’anziano: “Allora entriamo nella nostra cella e, seduti, facciamo memoria dei nostri peccati, e il Signore si unirà a noi in tutto”.-

– Abba Macario disse: “È meglio mangiare carne e bere vino piuttosto che divorare con la maldicenza le carni dei fratelli!”.

– Un anziano disse: “Ricchezza dell’anima è la temperanza. Acquistiamola con un pensiero umile, fuggendo la vanagloria, che è la madre dei vizi”.

– Un anziano disse: “Digiuna con senno e diligenza. Bada che il Nemico non minacci il guadagno del tuo digiuno”.

Don Michele Fontana.