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Ecce homo

Giorno mesto e di riflessione il Venerdì Santo.
Giorno in cui riconosciamo nelle piaghe di Cristo Crocifisso quelle di tutta l’umanità sofferente, e contempliamo in ogni piaga dell’umanità sofferente quelle di Cristo Crocifisso.

Gesù, sfinito e sanguinante, denudato della veste e della dignità, è il prototipo di tutte le persone ammanettate, sole, sofferenti, vessate dalle ingiustizie, in balia di soldati che sfogano rabbia e crudeltà cercando di esorcizzare le proprie paure.

“Ecce homo”!
“Ecco l’uomo”, esclama Pilato nel presentarlo al popolo.
Frase che da quel momento può essere riferita alla schiera senza fine di uomini e donne avviliti, ridotti a oggetti, privati di ogni dignità umana.

“Se questo è un uomo”, ha gridato la penna di Primo Levi raccontando la sua drammatica prigionia ad Auschwitz.

Gesú Crocifisso, che oggi adoreremo durante la Liturgia della Passione, è l’emblema dell’umanità umiliata e offesa, e noi non possiamo prostrarci dinanzi alla sua ostensione liturgica se non siamo disposti a chinarci dinanzi alle sue piaghe aperte e sanguinanti nei corpi, negli spiriti e nelle anime dei nostri fratelli e sorelle di ogni lingua, popolo, nazione, razza, ceto sociale, livello culturale, scelta politica, orientamento sessuale e credo religioso.

Don Michele Fontana