Home / Riflessioni / Veglia all’altare della reposizione del Giovedì Santo

Veglia all’altare della reposizione del Giovedì Santo

Parrocchia “S. Maria della Pace”
Satriano marina

Adorazione eucaristica comunitaria
all’altare della reposizione

Giovedì Santo, 14 Aprile 2022

Guida: Accogliamo l’invito di Gesù di restare insieme a lui, vegliando per non entrare in tentazione (Lc 22,40). In questi minuti d’intimità presentiamogli, oltre alle nostre vite, i nostri progetti, le speranze e le preoccupazioni, il mondo intero con tutte le sfumature di colori, perché possano finalmente armonizzarsi in un arcobaleno di pace.

Inizio della veglia con il segno della croce.
Canto di adorazione “Dona la pace”

Dona la pace, dona la pace ai nostri cuori, oh Signore.
Dona la pace, dona la pace ai nostri cuori, oh Signore.
Resta qui insieme a noi, resta qui insieme a noi e la pace regnerà.
Dona l’amore, dona l’amore ai nostri cuori, oh Signore.
Dona l’amore, dona l’amore ai nostri cuori, oh Signore.
Resta qui insieme a noi, resta qui insieme a noi e l’amore regnerà. Dona la pace, dona la pace al mondo intero, oh Signore.
Dona la pace, dona la pace al mondo intero, oh Signore.
Resta qui insieme a noi, resta qui insieme a noi e la pace regnerà.
Dona l’amore, dona l’amore al mondo intero, oh Signore.
Dona l’amore, dona l’amore al mondo intero, oh Signore.
Resta qui insieme a noi, resta qui insieme a noi e l’amore regnerà.
Resta qui insieme a noi, resta qui insieme a noi e l’amore regnerà.

Silenzio di adorazione.

1 Lettore: Dall’Esortazione Apostolica Christus Vivit di Papa Francesco
Non osservate la vita dal balcone. Non confondete la felicità con un divano e non passate tutta la vostra vita davanti a uno schermo. Non riducetevi nemmeno al triste spettacolo di un veicolo abbandonato. Non siate auto parcheggiate, lasciate piuttosto sbocciare i sogni e prendete decisioni. Rischiate, anche se sbaglierete. Non sopravvivete con l’anima anestetizzata e non guardate il mondo come se foste turisti. Fatevi sentire! Scacciate le paure che vi paralizzano, per non diventare mummificati. Vivete! Datevi al meglio della vita! Aprite le porte della gabbia e volate via!

Guida: L’invito del Papa è rivolto a ciascun credente; alla nostra comunità; a ogni gruppo; a ognuno di noi; a chi ci siede accanto; a chi in questo momento è solo e desolato, rinchiuso in casa perché non ha nessuno a fargli compagnia; agli ammalati che non hanno più la forza di gridare la propria sofferenza; alle persone che abbiamo incontrato per strada, nei cui occhi abbiamo scorto vuoto e spaesamento; a chi sta bevendo fino in fondo l’amaro calice della guerra, traboccante delle lacrime della sofferenza e del sangue dei morti.

Guida: Per tutti diciamo insieme: Sostienici, Signore.
– Quando siamo sfiduciati e sconfortati.
– Quando ci sentiamo stanchi di lottare.
– Quando siamo delusi da noi stessi e dagli altri.
– Quando l’assenza di pace ci toglie il respiro.

Silenzio di adorazione.
Al termine si depone il primo segno: Ramoscello d’ulivo.

Guida: Recitiamo insieme la preghiera “Perdonaci, Signore, la guerra” di don Mimmo Battaglia.
Tutti: Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi misericordia di noi peccatori!
Signore Gesù, nato sotto le bombe di Kiev, abbi pietà di noi!
Signore Gesù, morto in braccio alla mamma in un bunker di Kharkiv, abbi pietà di noi!
Signore Gesù, mandato ventenne al fronte, abbi pietà di noi!
Signore Gesù, che vedi ancora le mani armate all’ombra della tua croce, abbi pietà di noi!
Perdonaci Signore, se non contenti dei chiodi con i quali trafiggemmo la tua mano, continuiamo ad abbeverarci al sangue dei morti dilaniati dalle armi.
Perdonaci, se queste mani che avevi creato per custodire, si sono trasformate in strumenti di morte.
Perdonaci, Signore, se continuiamo ad uccidere nostro fratello, se continuiamo come Caino a togliere le pietre dal nostro campo per uccidere Abele.
Perdonaci, se continuiamo a giustificare con la nostra fatica la crudeltà, se con il nostro dolore legittimiamo l’efferatezza dei nostri gesti.
Perdonaci la guerra, Signore. Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, ti imploriamo: ferma la mano di Caino! Illumina la nostra coscienza, non sia fatta la nostra volontà, non abbandonarci al nostro agire! Fermaci, Signore, fermaci!
E quando avrai fermato la mano di Caino, abbi cura anche di lui: è nostro fratello.
O Signore, poni un freno alla violenza! Fermaci, Signore!

Silenzio di adorazione.
Al termine si depone il secondo segno: Cuore.

Guida: Tra i doni più belli fattici da Gesù durante l’Ultima Cena c’è il Comandamento dell’amore. Solo “perdendoci” in questo amore possiamo trovare pace ed essere costruttori di pace.
Canto “Mi perdo nel tuo amore”.

Tu sei la mia pace, tu sei la vera gioia, tu sei il Signor.
Tu sei la mia speranza, tu sei la mia salvezza, tu sei il Signor.
Ed io mi perdo nel tuo amor guardando la tua santità.
Un canto nuovo nasce e l’uomo vecchio muore.
Risplendo della Grazia tua. Mi perdo nel tuo amore.
Resta con me per sempre, il mondo mi delude, tu sei il Signor.
Il mio cuore arde se ascolto la tua voce, tu sei il Signor.
Ed io mi perdo nel tuo amor guardando la tua santità.
Un canto nuovo nasce e l’uomo vecchio muore.
Risplendo della Grazia tua. Mi perdo nel tuo amore.
Sei il vivente, tu sei il Cristo, ti riconosco, tu sei il Santo.
Lode, gloria, onore a te. Lode, gloria, onore a te.
Sei il vivente, tu sei il Cristo, ti riconosco tu sei il Santo.
Lode, gloria, onore a te. Lode, gloria, onore a te.
Ed io mi perdo nel tuo amor guardando la tua santità.
Un canto nuovo nasce e l’uomo vecchio muore.
Risplendo della Grazia tua. Mi perdo nel tuo amore.
Mi perdo nel tuo amore. Gesù, Gesù.

2 Lettore: Beato l’uomo che non segue il consiglio degli empi, non indugia nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli stolti; ma si compiace della legge del Signore, la sua legge medita giorno e notte.
Sarà come albero piantato lungo corsi d’acqua, che darà frutto a suo tempo e le sue foglie non cadranno mai; riusciranno tutte le sue opere.
Non così, non così gli empi: ma come pula che il vento disperde; perciò non reggeranno gli empi nel giudizio, né i peccatori nell’assemblea dei giusti.
Il Signore veglia sul cammino dei giusti, ma la via degli empi andrà in rovina.

Silenzio di adorazione.
Al termine si depone il terzo segno: Bacinella con acqua e asciugamano.

3 Lettore: Dal Vangelo secondo Giovanni
Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: “Signore, tu lavi i piedi a me?”. Rispose Gesù: “Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo”.

4 Lettore: Da un’omelia di Giovanni Paolo II
Gesù non esitò a inginocchiarsi davanti agli Apostoli per lavare loro i piedi. Quando Simon Pietro vi si oppose, lo convinse a lasciar fare.
Era necessaria questa lavanda dei piedi, questa purificazione di fronte alla Comunione, alla quale avrebbero partecipato sin da quel momento. Era necessaria. Cristo stesso sentì il bisogno di umiliarsi ai piedi dei suoi discepoli: un’umiliazione che tanto ci dice di lui in quel momento.
D’ora in poi, distribuendo se stesso nella comunione eucaristica, non si abbasserà egli continuamente al livello di tanti cuori umani? Non li servirà sempre in questo modo?
Eucaristia significa “ringraziamento”. Eucaristia significa anche “servizio”, protendersi verso l’uomo: servire tanti cuori umani.

Canto: L’ultima cena

Tutto tace ormai sotto questo cielo; è l’ora per me di lasciarvi.
Ora si compirà la volontà del Padre sulla vita mia che il cuore mio spezzerà per amore.
Solo ancora un po’ e non mi vedrete, ma ritornerò: non temete.
Voi mai soli no! Lo Spirito consolatore vi darà la verità, lui sarà
vostra forza.
Sono nel Padre e voi in me; rimanete in me, come dei tralci alla vite che la linfa da’, e non vi lascerò mai soli.
Se il mondo vi odierà, sarò sostegno per il regno che il Padre da’ ed è già dentro voi.
Questo pane è il mio Corpo offerto io lo dono a voi, miei fratelli.
Questo è il calice che fa nuova l’Alleanza fra voi e il Padre Dio e il Sangue mio.
Questo è mia memoria. Sarò per sempre con voi nelle avversità.
Sarà l’amore del Padre che vi guiderà e non vi lascerò più soli.
Se il mondo vi odierà, sarò sostegno per il regno che il Padre da’ ed è già dentro voi.
Io vi ho scelti per vivere d’amore e verità. Questo è il mio comandamento: amore e libertà!
E da questo sapranno che siete voi miei fratelli, amore più grande al mondo non c’è.
Sarai per sempre con noi nelle avversità, sarà l’amore del padre che ci guiderà e non ci lascerai mai soli.
Se il mondo ci odierà, sarai sostegno per il regno che il Padre da’ ed è già dentro noi.
Dentro voi.
Silenzio di adorazione.
Al termine si depone il quarto segno: Calice.

Guida: Eucaristia significa “ringraziamento”. Eucaristia significa “servizio”. Potremmo continuare le parole di Giovanni Paolo II dicendo che Eucaristia significa anche “pace”.
Questo messaggio è simboleggiato nell’allestimento dell’altare della reposizione.
Le strisce di stoffa colorata rappresentano le individualità: le singole persone, i gruppi, le etnie, i popoli, le Nazioni. Ciascuna ha un suo colore, una sua bellezza, una sua particolarità che la rende unica e importante per ogni altra.
Spesso però le individualità si annodano, si aggrovigliano, entrano in conflitto, generano liti, accendono discussioni, innescano guerre, creano disagi e sofferenze, alimentano gelosie e invidie.
Ogni nodo, ogni conflitto, è causa di lacrime e sangue, dispiaceri e paure, vite che si spezzano e orizzonti che si oscurano.
Gesù può aiutare a ricostruire la comunione. Dall’incontro con lui nell’Eucaristia può nascere la pace, non come apparente silenzio delle armi, ma come armonizzazione delle diversità, arcobaleno di speranza.
La grande ostia che vediamo rappresentata, nel cui cuore rifulge l’Eucaristia, è formata da migliaia di piccole particole, piccole ostie che significano ciascuno di noi.
Ognuno, in Cristo, è un’ostia vivente: cibo d’amore e di pace per l’umanità.
Tutti insieme diamo forma, corpo, vita e sostanza al cuore di Gesù, permettendogli di giungere in ogni luogo, in ogni tempo, per amare e servire ogni persona.

Silenzio si adorazione
Al termine si depone il quarto segno: Ostia.

5 Lettore: Dal testo “Pane vivo disceso dal cielo” di Carmela Monopoli
Quell’ostia non è solo un pezzo di pane, ma tutto il lavoro che c’è dietro, tutte le persone che hanno contribuito a realizzarlo: ci sono la fatica, le trepidazioni, il sudore, le attese, le preghiere perché il raccolto sia buono; c’è la presenza dei familiari, dei fanciulli, che di quel lavoro vivono; c’è anche il lavoro della terra, con i suoi umori, il suo calore, la sua protezione; c’è la pioggia, l’umidità, la neve, il sole, il calore. Tutto il mondo concorre a formare quel pezzo di pane. Una catena di relazioni, fatiche, attese e speranze; travagli, gioie e dolori. E quando quel pane viene consacrato, la nostra umanità viene impastata con quella di Cristo per formare un solo impasto.
“Frumento di Cristo noi siamo, cresciuto nel sole di Dio, nell’acqua del fonte impastati, segnati dal crisma divino”.
E così colui che comunica al Corpo di Cristo diviene portatore di potenziale trasformazione del mondo. Ma anzitutto di se stesso. Infatti non può trasformare nulla fuori di sé chi non è trasformato dall’interno.

Silenzio di adorazione.
Segue il canto: Adoramus te, Domine.

Oh, oh oh, adoramus te, Domine.
Oh, oh oh, adoramus te, Domine.
Oh, oh oh, adoramus te, Domine.
Oh, oh oh, adoramus te, Domine.
Oh, oh oh, adoramus te, Domine.
Oh, oh oh, adoramus te, Domine.

Guida: Alterniamo il ritornello del canto “Adoramus te Domine” alla recita del Salmo 66.

Tutti: Oh, oh, oh, Adoramus te Domine. Oh, oh, oh, Adoramus te Domine
6 Lettore: Acclamate a Dio da tutta la terra, cantate alla gloria del suo nome, date a lui splendida lode.
Tutti: Oh, oh, oh, Adoramus te Domine. Oh, oh, oh, Adoramus te Domine
6 Lettore: Dite a Dio: «Stupende sono le tue opere! Per la grandezza della tua potenza a te si piegano i tuoi nemici. A te si prostri tutta la terra, a te canti inni, canti al tuo nome».
Tutti: Oh, oh, oh, Adoramus te Domine. Oh, oh, oh, Adoramus te Domine
6 Lettore: Benedite, popoli, il nostro Dio, fate risuonare la sua lode; è lui che salvò la nostra vita e non lasciò vacillare i nostri passi.
Tutti: Oh, oh, oh, Adoramus te Domine. Oh, oh, oh, Adoramus te Domine

Silenzio di adorazione.

7 Lettore: Da un’omelia di Papa Francesco
La vita cristiana riparte ogni volta da qui, da questa mensa, dove Dio ci sazia d’amore.
Come ricordava don Tonino Bello: Non bastano le opere di carità, se manca la carità delle opere.
Se manca l’amore da cui partono le opere, se manca la sorgente, se manca il punto di partenza che è l’Eucaristia, ogni impegno pastorale risulta solo una girandola di cose.
Gesù nel Vangelo dice: “Colui che mangia me vivrà per me. Come a dire: chi si nutre dell’Eucaristia assimila la stessa mentalità del Signore. Egli è Pane spezzato per noi e chi lo riceve diventa a sua volta pane spezzato, che non lievita d’orgoglio, ma si dona agli altri: smette di vivere per sé, per il proprio successo, per avere qualcosa o per diventare qualcuno, ma vive per Gesù e come Gesù, cioè per gli altri.
“Vivere per” è il contrassegno di chi mangia questo Pane, il marchio di fabbrica del cristiano.
Possiamo chiederci: in me, questo Sacramento si realizza? Più concretamente: mi piace solo essere servito a tavola dal Signore o mi alzo per servire come il Signore? Dono nella vita quello che ricevo a Messa? E come Chiesa potremmo domandarci: dopo tante Comunioni, siamo diventati gente di comunione?

Guida: Dopo tante comunioni, siamo diventati gente di comunione? Dopo tante preghiere, siamo diventati gente di pace?
A Gesù eucaristia, in questo momento solennissimo, chiediamo di purificarci il cuore e renderci uomini di carità e di pace.

Guida: Ripetiamo insieme: Infiammaci del tuo amore, Signore.
– Tutte le volte che non riusciamo a perdonare.
– Tutte le volte che non riusciamo ad aiutare.
– Tutte le volte che non riusciamo a dare.
– Tutte le volte che non riusciamo a pregare.

8 Lettore: Ognuno di noi può fare tanto per portare amore e far fiorire la pace. Non scoraggiamoci pensando alla vastità dei conflitti e dei problemi. Partiamo dai piccoli luoghi che abitiamo; dalle esperienze quotidiane che viviamo. Le minuscole gocce d’amore che possiamo donare al mondo, unite a tante altre, daranno vita a un rivolo di carità, che pian piano diventerà un piccolo ruscello, affluente di un grande fiume che si riversa in mare aperto per confluire nell’oceano sconfinato della provvidenza divina. Tutto parte da una goccia di misericordia.
Se la nota dicesse: non è una nota che fa la musica … non ci sarebbero le sinfonie.
Se la parola dicesse: non è una parola che può fare una pagina … non ci sarebbero libri.
Se la pietra dicesse: non è una pietra che può alzare un muro … non ci sarebbero case.
Se la goccia d’acqua dicesse: non è una goccia d’acqua che può fare un fiume … non ci sarebbe l’oceano.
Se il chicco di grano dicesse: non è un chicco di grano che può seminare un campo … non ci sarebbe la messe.
Se l’uomo dicesse: non è un gesto d’amore che può salvare l’umanità … non ci sarebbero mai né giustizia, né dignità, né felicità, né pace sulla terra degli uomini.
Come la sinfonia ha bisogno di ogni nota, come il libro ha bisogno di ogni parola, come la casa ha bisogno di ogni pietra, come l’oceano ha bisogno di ogni goccia d’acqua, come la messe ha bisogno di ogni chicco, l’umanità intera ha bisogno di te, qui dove sei, unico, e perciò insostituibile.

Silenzio di adorazione.

Guida: Serviamo il Signore facendoci costruttori di pace, a partire dal nostro piccolo, dai volti che incontriamo e dalle vite che incrociamo ogni giorno.
Ricordando quanto affermato da Papa Francesco dopo l’Angelus del 27 marzo, impegniamoci ancora una volta a ripudiare la guerra, luogo di morte dove i padri e le madri seppelliscono i figli, dove gli uomini uccidono i loro fratelli senza averli nemmeno visti, dove i potenti decidono e i poveri muoiono.
La guerra non devasta solo il presente, ma anche l’avvenire di una società. Questo vuol dire distruggere il futuro, provocare traumi drammatici nei più piccoli e innocenti tra di noi. Ecco la bestialità della guerra, atto barbaro e sacrilego!
La guerra non può essere qualcosa d’inevitabile: non dobbiamo abituarci alla guerra! Dobbiamo convertire lo sdegno di oggi nell’impegno di domani. Perché, se da questa vicenda usciremo come prima, saremo in qualche modo tutti colpevoli. Di fronte al pericolo di autodistruggersi, l’umanità comprenda che è giunto il momento di abolire la guerra, di cancellarla dalla storia dell’uomo prima che sia lei a cancellare l’uomo dalla storia.
Silenzio di adorazione.

Guida: Cantiamo insieme il canto popolare ebraico: Evenu shalom alehem.

Evenu shalom alehem. Evenu shalom alehem. Evenu shalom alehem. Evenu shalom, shalom, shalom alehem
– E sia la pace con noi. E sia la pace con noi. E sia la pace con noi. Evenu shalom, shalom, shalom alehem
– And the peace be with us. And the peace be with us. And the peace be with us. Evenu shalom, shalom, shalom alehem
– Et la paix soit avec nous. Et la paix soit avec nous. Et la paix soit avec nous. Evenu shalom, shalom, shalom alehem
– Y sea la paz con nosotros. Y sea la paz con nosotros. Y sea la paz con nosotros. Evenu shalom, shalom, shalom alehem
– Diciamo pace al mondo. Cantiamo pace al mondo. La nostra vita sia gioiosa. Ed il saluto, pace, giunga fino a voi.
– Evenu shalom alehem. Evenu shalom alehem. Evenu shalom alehem. Evenu shalom, shalom, shalom alehem

Silenzio di adorazione.
Al termine si depone il quinto segno: Incensiere fumigante e biglietti con le preghiere per la pace,

Guida: Per tutto il periodo di Quaresima, in chiesa dinanzi la statua della Madonna di Lourdes è rimasto acceso il cero della pace, ai cui piedi ciascuno ha posto un bigliettino con una preghiera. Ora bruceremo nell’incensiere tutti i bigliettini chiedendo al Signore che quelle preghiere, salendo al cielo insieme al profumo dell’incenso, giungano al suo cuore e siano da lui accolte.

Si bruciano nell’incensiere i biglietti con le preghiere.
Al termine si depone il sesto segno: Stola viola.

9 Lettore: Dal Vangelo secondo Marco
Venuta la sera, mentre erano a mensa e mangiavano, Gesù disse: “In verità vi dico, uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà”. Allora cominciarono a rattristarsi e a dirgli uno dopo l’altro: “Sono forse io?”. Ed egli disse loro: “Uno dei Dodici, colui che intinge con me nel piatto. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui, ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo è tradito! Bene per quell’uomo se non fosse mai nato!”. Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: “Prendete, questo è il mio corpo”. Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse: “Questo è il mio sangue, il sangue dell’alleanza versato per molti. In verità vi dico che io non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio”.

Guida: La stola portata davanti a Gesù è quella utilizzata durante le Confessioni. Nel rinnovare il proposito di accostarci prima di Pasqua al sacramento della Riconciliazione, chiediamo già da ora perdono al Signore per i nostri peccati e le nostre mancanze.

Guida: Ripetiamo insieme: Perdona, Signore.
– Le incomprensioni e le divisioni.
– I litigi e le guerre.
– L’indifferenza e il disinteresse.
– Gli scoraggiamenti e le omissioni.

Guida: Recitiamo insieme il Padre nostro. Recitiamolo lentamente, pensando ciò che diciamo e unendo il cuore a ciò che pensiamo.
Affidiamo al Padre del Cielo i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze che stanno vivendo sotto le bombe; che non hanno da mangiare; che devono fuggire lasciando casa. Il Signore li guardi e li protegga: sono vittime della superbia di noi adulti.

Tutti: Padre nostro…

10 Lettore: Dalle preghiere per la pace fatte a Taizè
Cristo risorto, rimanendo in silenzio davanti a te, eleviamo questa ardente preghiera: che il fuoco delle armi cessi sulla terra d’Ucraina!
Accogli nel tuo amore coloro che muoiono per la violenza e la guerra, consola le famiglie in lutto, sostieni coloro che hanno dovuto prendere la strada dell’esodo.
Di fronte a una sofferenza incomprensibile, crediamo comunque che le tue parole d’amore e di pace non passeranno mai.
Hai dato la tua vita sulla croce e ci hai aperto un futuro, anche oltre la morte. Perciò ti imploriamo: donaci la tua pace. Tu sei la nostra speranza.
Dio dell’amore, permettici di essere solidali con coloro che soffrono e che vivono oggi nella paura e nell’ansia.
Sostieni la speranza di tutti coloro che, in questa amata parte del mondo, cercano giustizia e pace.
Manda lo Spirito Santo, lo Spirito di pace, a ispirare i capi delle nazioni e tutti gli esseri umani.

Guida: Donaci, o Padre, la luce della fede e la fiamma del tuo amore, perché adoriamo in spirito e verità il nostro Dio e Signore, Cristo Gesù, presente in questo santo Sacramento. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
Tutti: Amen.
Guida: Dopo il canto “Pace dona ai nostri cuori” con cui concludiamo questo momento comunitario, l’adorazione continua personalmente nelle case e nei luoghi dove andremo.

Canto: Pace dona ai nostri cuori.

Pace dona ai nostri cuori; pace che tu solo sai dare.
Pace dona ai nostri cuori; pace che tu solo sai dare.
Gesù, tu sei la Pace; Gesù, tu sei l’amore.
Dalle tue piaghe siamo guariti.
Mi abbandono a te; confido in te.
Pace dona ai nostri cuori; pace che tu solo sai dare.
Pace dona ai nostri cuori; pace che tu solo sai dare.
Gesù, tu sei la Pace; Gesù, tu sei l’amore.
Dalle tue piaghe siamo guariti.
Mi abbandono a te; confido in te.
Gesù, tu sei la Pace; Gesù, tu sei l’amore.
Dalle tue piaghe siamo guariti.
Mi abbandono a te; confido in te.
Dalle tue piaghe siamo guariti.
Mi abbandono a te; confido in te.