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Sguardo terreno o divino?

Gesù entra nel Tempio di Gerusalemme con i discepoli. Alzàti gli occhi, vede i ricchi che gettano offerte. Una vedova povera, invece vi getta due monetine. Il Maestro approfitta della scena per trarre un importante insegnamento: “Questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere” (Lc 21,1-4).

I presenti, infatti, rimangono abbagliati dalle grandi offerte dei ricchi e la vedova passa  inosservata, quasi inesistente. Agli occhi di Dio, invece, è il contrario: la donna viene messa al centro.

Tutto ciò aiuta a convincerci che c’è uno sguardo terreno e uno divino sulla storia e sulle persone.

Lo sguardo terreno si sofferma all’esterno, quello divino va al cuore.

Lo sguardo terreno si lascia abbacinare dalle apparenze, quello divino ricerca la sostanza.

Lo sguardo terreno discrimina in base al prestigio, quello divino non fa classificazioni.

Lo sguardo terreno distingue ciò che si vede, quello divino coglie ciò che non si vede.

Lo sguardo terreno celebra il fenomeno, quello divino indaga il noumeno.

Spesso, infatti, ci lasciamo andare in giudizi terreni su persone e avvenimenti, cadendo nella condanna, nel pettegolezzo, nella discriminazione e talvolta nell’esclusione.

Il Signore ci conceda il suo sguardo per vedere ogni cosa secondo il suo cuore.

Don Michele