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Occhio per occhio?

Questa domenica la liturgia della Parola richiama la legge del taglione, già presente nel codice di Hammurabi (redatto circa tremilaottocento anni fa!) e riportata nella Bibbia. Ad esempio, nel Libro del Levitico (24,19-20).

Anche se può sembrare diversamente,  la norma ai tempi di Mosè segnò un passo avanti nella civiltà perché poneva un argine alla vendetta, che prima era illimitata.
Nella sacra Scrittura è famoso, ad esempio, il vanto di Lamec: “Ho ucciso un uomo per una mia scalfitura e un ragazzo per un mio livido“.

Mosè, quindi, adottando la legge del taglione cercò di rendere la vendetta proporzionata e non superiore al danno subito: occhio per occhio, dente per dente, appunto.

Gesù nel Vangelo chiede un ulteriore passo avanti per interrompere sul nascere il circuito del male:
Avete inteso che fu detto: occhio per occhio e dente per dente, ma io vi dico di non opporvi al malvagio“.

Opporsi significa rispondere al male con altro male, alimentando il cerchio vizioso della violenza.

Benché siano passati circa quattromila anni dalla prima formulazione della legge del taglione, anche noi spesso ragioniamo secondo il suo spirito, pronti a rispondere ai torti, alle offese, agli insulti, alle invasioni, alle guerre, con altrettanta veemenza e violenza, credendo che sia l’unico modo per uscirne fuori.

Anche noi, spesso, alimentiamo le risposte violente degli altri, incitandoli all’odio e sostenendone le azioni.

Oggi Gesù ci invita a fermarci e riflettere: la strada del male non potrà mai condurre al bene.
Spezziamo il cerchio della violenza; cerchiamo sempre una soluzione differente.

Don Michele Fontana