In gergo romanesco “svoltare” (o meglio “svortare”) vuol dire migliorare decisamente la condizione di vita.
Nei sogni dei più, la svolta per antonomasia deriva dall’acquisizione di una ricchezza, magari frutto di una vincita, un’eredità inaspettata, o ritrovamento fortuito di qualcosa di prezioso.
Si tratta, evidentemente, di pura utopia: la possibilità reale di vincere una somma stratosferica, trovare un tesoro inestimabile o ereditare un cospicuo lascito, tali da stravolgere lo status sociale, sfiora praticamente lo zero.
E comunque, anche qualora si verificasse, e la dea bendata puntasse su noi la lotteria della vita, non è consequenziale il cambiamento in positivo: in non pochi casi si acuisce l’aggravio di rischi, problemi, paure, ansie e preoccupazioni a essa collaterali.
Questa domenica narrando la parabola del tesoro nascosto Gesù parla della vera svolta, quella che permette un upgrade alla vita nonostante la situazione economica rimanga la stessa, le difficoltà e i problemi continuino a far visita quotidianamente.
Si riferisce al tesoro della “sapienza”, la sola in grado di dare senso a ciò che viviamo: fornire un punto luce quando brancichiamo nel buio, indicare una via d’uscita nel groviglio delle opzioni, riaccendere la fiamma della speranza nella sfiducia delle difficoltà, disegnare motivi di gioia nelle pagine tristi della vita.
Il tesoro del sapienza secondo la parabola narrata da Gesù è nascosto.
Un tesoro è nascosto quando non direttamente individuabile perché occultato in un posto a sua volta inserito tra mille altri posti.
La sapienza è tesoro nascosto perché celata tra le pagine di un libro che a sua volta si confonde tra mille altri libri: il Vangelo.
Svoltiamo, dunque, ogni volta in cui scaviamo con il badile della preghiera tra le pagine di questo campo per cogliere il messaggio che dona senso e indica una direzione alla nostra vita.
Don Michele Fontana