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La fiduciosa generosità del seminatore

Le rimanenti domeniche di luglio la liturgia offrirà sette parabole che, insieme al tesoro prezioso del loro insegnamento, sono antologicamente custodite nel tredicesimo capitolo del Vangelo secondo Matteo.

Questa settimana la lectio ne proporrà la prima, in cui si narra di un agricoltore che sementa il buon grano con fiduciosa generosità, in ogni dove. Purtoppo, però, nonostante l’elargizione abbondante, l’esito non è sempre secondo i desideri.
Il seme, infatti, talvolta cade sulla strada impenetrabile, tal’altra sul terreno sassoso, altre volte tra le spine e i rovi. Solo una parte trova alloggio nella gleba fertile. E anche in quel caso la produttività non è sempre la stessa.

A parere di non pochi esegeti il movente della narrazione è l’amaro calice della crisi galilaica che Gesù sta bevendo: la risposta della gente al suo sforzo pastorale può sembrare, almeno numericamente, fallimentare. È vero, in tanti lo seguono, ma molti si avvicinano solo per strappargli una guarigione; altri lo invocano perché vedono in chi è capace di moltiplicare i pani una risposta ai bisogni personali e sociali; qualcuno sembra interessato, ma le domande che pone sono artatamente pensate per metterlo alla prova. Pochissimi sono spinti da desiderio di conoscenza. E di questi la maggior parte lo abbandona appena la luce degli eventi straordinari viene inghiottita nei vespri delle difficoltà e della sofferenza.

Sì, Gesù non è compreso. Non è accolto. O lo è in proporzione iperbolicamente inferiore agli sforzi e alle attese.

Di fronte a tale apparente fallimento la fragilità umana potrebbe indurre a percorrere sentieri di scoraggiamento e abbandono di ogni velleità.
Ma Gesù si muove in direzione opposta. Questa parabola ne rivela il mood. Ricorda che nel volere di Dio il seme del bene è per tutti. Anche se in molti terreni la risposta sembra non soddisfacente, Egli è fiducioso: da qualche parte il seme fruttifica.

Il messaggio si rivolge, generoso, non solo alla Chiesa e ai suoi pastori, ma anche ai genitori, agli educatori, ai formatori, invitando a non scoraggiarsi quando gli sforzi sembrano fallire.
Continuiamo a seminare il buon grano dell’amore, dell’educazione, della verità, del rispetto, della pace, con perseveranza e generosità. Qualche piccolo seme cadrà in un cuore, in un suo piccolo angolo recondito che si apre all’accoglienza, e a suo tempo germoglierà.
La storia ne darà atto.

Don Michele Fontana