La seconda domenica di Quaresima continuiamo il cammino dietro Gesù che, questa volta insieme a tre discepoli (Pietro, Giovanni e Giacomo), si reca sul monte a pregare. Propone una vera e propria giornata di ritiro spirituale prima di affrontare il lungo e faticoso “esodo” verso un altro monte, quello della Passione.
Questa scelta diventa invito a ritagliarci, anche noi, tempi di “ritiro” per ricaricare le energie, rimettere a fuoco le priorità della vita, rigenerare gli spiriti spesso stanchi e sfiduciati.
Mentre Gesù è assorto in preghiera, e i tre apostoli si lasciano vincere dal sonno e dalla stanchezza, avviene qualcosa di straordinario: il suo volto cambia d’aspetto e la sua veste diviene sfolgorante; quindi appaiono Mosè ed Elia mentre conversano con lui.
Destati e attratti da questa straordinaria visione, i tre discepoli vogliono immortalare il momento: Pietro, a nome di tutti, propone di piantare tre tende, per Gesù e i due santi dell’Antico Testamento.
L’episodio è narrato immediatamente dopo l’annuncio della Passione.
Gesù sale sul monte per mostrare proprio ai discepoli più riluttanti che il cammino della Croce è un passaggio verso la gloria. Saranno loro a consolidare la fede degli altri quando lo vedranno, col volto sfigurato, morire come un maledetto, un peccatore tra peccatori.
Il racconto è presente in tutti i Vangeli sinottici (Matteo, Marco e Luca) e nella Seconda Lettera di Pietro. Il testo che ascolteremo a Messa, ad ogni modo, propone alcune particolarità: non usa la parola “trasfigurazione” e, traducendo fedelmente, annota che “l’aspetto del volto di lui divenne altro“; il generico “le vesti” lo sostituisce con “l’abito“; la qualità del candore del vestito è definita dall’aggiunta del participio”sfolgorante“.
Il volto di Gesù, sembra voler dire il brano di Luca, è rimasto lo stesso, stessa forma, stessa figura, eppure è diventato “Altro“.
Nel volto di Gesù si manifesta il volto di Dio!
Miracolo della preghiera che si ripete ogni volta che una persona immerge lo spirito nel cuore di Dio: il suo volto diventa “Altro” e Dio si “ri-vela” (si mostra e contemporaneamente si “ri-nasconde”) in esso.
Don Michele Fontana