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Il colore della speranza

La quarta domenica di Quaresima rivolge un pressante invito a colorare con il rosa della gioia (vedi paramenti liturgici) le tinte della speranza.

Quest’anno lo fa proponendo la parabola del “Padre misericordioso” in cui il figlio minore, dopo aver abbandonato casa, percorre fino in fondo l’abisso del fallimento umano. Finisce con il pascolare porci e, addirittura, desidera il loro cibo per lenire i morsi della fame.
Sa che l’ha fatta grossa e pensa di non essere più degno del Padre, ma non ha altra scelta e decide di tornare a casa per chiedere di essere accolto tra i servi.
Qui avviene qualcosa che lo sconvolge: invece di essere travolto da grida e rimproveri, si trova immerso in un caldo abbraccio dal genitore.
Scopre, così, di non aver mai smesso di essere atteso e amato come figlio!

Perché il Padre lo ha aspettato con ansia? Perché lo accoglie a braccia aperte senza un minimo cenno di rimprovero? Perché organizza addirittura una grande festa?

Il cuore del messaggio del Vangelo di oggi si annida nelle risposte a queste domande.
Il volto di Dio ritratto in questa parabola, infatti, è di un Padre che ama ciascuno come figlio prediletto, anche quando lo rinnega e si allontana da lui; un Padre che non si dà pace e ogni giorno si affaccia dal terrazzo del cielo in attesa di correrci incontro per abbracciarci; un Padre che si china per rialzarci, in ogni caduta, senza contarne il numero e la gravità.

Questo è l’abbraccio della misericordia; questo il colore della speranza.

Don Michele Fontana