Nella seconda lettura di questa domenica in soli tre versetti il sostantivo “costanza” e l’aggettivo “costanti” si ripetono quattro volte.
Sembra una litania pensata ad arte per farci tornare in mente questa parola anche quando, terminata la Messa, riprendiamo la vita di ogni giorno.
A dire il vero, il termine greco utilizzato รจ ฮผฮฑฮบฯฮฟฮธฯ ฮผฮฏฮฑฯ (macrotimรฌa), che puรฒ essere tradotto con sentire in grande, allungare lo sguardo, magnanimitร e anche pazienza.
Nella molteplicitร delle sue sfumature, si tratta di un sostantivo molto presente nella Sacra Scrittura in cui richiama il concetto della tolleranza davanti alle difficoltร .
Secondo Paolo รจ uno dei frutti dello Spirito (Gal 5,22) e una qualitร necessaria del vivere comune (1 Ts 5,14; anche in 1 Cor 13,4; 2 Cor 6,6; Col 1,11).
Nel brano che sarร proclamato durante la Messa, la macrotimรฌa รจ spiegata con l’allegoria dellโagricoltore che sopporta ogni genere di sacrifici grazie alla lungimiranza che gli permette di non lasciarsi abbattere dalla fatica del momento ma di essere costante, allungando lo sguardo sul futuro, pregustando i frutti di quei sacrifici.
L’invito รจ, dunque, ad avere anche noi macrotimรฌa, a saper allungare il respiro e lo sguardo oltre ogni situazione di difficoltร per intravedere la venuta del Signore.
Quando lo sguardo si abbassa e ci concentriamo solo sui problemi, ogni difficoltร appare come una montagna insuperabile e ogni peso sembra un carico insostenibile; ma se riusciamo ad alzare gli occhi scorgiamo che, al di lร di tutto, c’รจ il Signore che non abbandona e continuamente viene incontro.
Questo รจ il messaggio centrale dell’Avvento,ย e questo รจ il motivo della gioia cui invita la liturgia della terza domenica,a partire dal colore rosaceo dei paramenti.
Don Michele Fontana