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Sofferenti, ostensorio vivente della Passione

Oggi pomeriggio, nello splendido scenario liturgico della “casa dei catanzaresi”,  la Basilica dell’Immacolata, saranno proclamate beate Nuccia Tolomeo e Mariantonia Samà.

Giornata storica di gioia e festa, dunque, per la nostra diocesi che le riconosce come figlie e “missionarie”.

Entrambe, vissute in tempi e luoghi differenti, sono accomunate dalla sofferenza.
La straordinarietà, comunque,  sta nel fatto che il Signore si servì di quelle sofferenze, di quei corpi ininterrottamente crocifissi, di quelle vite umanamente “improduttive”, per avvicinarsi egli stesso a tante persone e a tanti cuori portando un raggio di luce, un messaggio di speranza, un gesto di misericordia.

Quanto bene hanno fatto a chiunque si rivolgeva per semplici preghiere o umili consigli, dal chiuso delle anguste abitazioni diventate per loro Getsemani e Golgota.

Entrambe sono, così, “missionarie della sofferenza”, mostrando il valore salvifico del dolore e il carisma di grazia di chi lo vive nell’amore del Signore.

La loro vita esorta, infatti, a trasformare il modo di pensare e agire nei confronti degli infermi, sostituendo alla rassegnazione e al pietismo il riconiscimento di un protagonismo attivo fatto di offerta, preghiera, “parola”, carità.

Questa sensibilità trae origine dall’amore per il Crocifisso, dalla Comunione e Confessione sacramentale, e dalla recita del santo Rosario.

Le due nuove beate, dunque, da oggi saranno indicate dalla Chiesa come concretezza della fede che fa scorgere nei sofferenti l’ostensorio vivente della Passione di Cristo.

Don Michele Fontana