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Sguardi

Il Vangelo di quest’ultima domenica di Ottobre sembra soffermarsi sugli sguardi di due persone: un fariseo, considerato da tutti “santo”, grazie alla perfezioneย  esteriore della condotta di vita; e un pubblicano, considerato da tutti peccatore a motivo del lavoro di esattore delle tasse in favore degli oppressori Romani.
La parabola si sofferma sui loro sguardi: il fariseo stando dritto ,in piedi, guarda in alto, verso il Signore; il pubblicano, invece, non osa alzare la testa.
Il primo si sofferma in preghiera disprezzando gli altri per vantare se stesso, la sua capacitร  di compiere sacrifici e opere religiose. In pratica, mentre lo sguardo esteriore รจ rivolto verso Dio il suo cuore รจ rivolto verso sรฉ stesso per lodarsi e giudicare gli altri.
Dall’altra parte, il secondo ha uno sguardo inchiodato verso il basso, ma il suo cuore si abbandona in Dio cercandone pietร .
Dei due, chi sembra guardare in alto, in veritร ย  rivolge il cuore verso se stesso; chi, invece, rimane con lo sguardoย  verso il basso, rivolge il cuore a Dio.
Al termine della preghiera, il secondo torna a casa giustificato.
Con questo gioco di sguardi, dunque, Gesรน vuole insegnare una cosa molto semplice: non sono le parole che ci avvicinano a Dio, ma dove guarda il nostro cuore.
La parabola, inoltre, รจ un chiaro invito a non giudicare, condannare, o semplicemente parlare male degli altri.

Don Michele Fontana