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Sapersi amati e saper amare

Oggi celebriamo la quarta domenica di Quaresima, definita della gioia.

La liturgia interrompe l’austero percorso quaresimale mutando il viola dei paramenti e dei cuori con il rosaceo della speranza.

Rallegrati, Gerusalemme, e voi tutti che l’amate, riunitevi. Esultate e gioite, voi che eravate nella tristezza: saziatevi dell’abbondanza della vostra consolazione” (cf. Is 66,10-11).

Le Letture e le preghiere della Messa indicano il motivo della speranza nell’amore infinito di Dio, fonte di ogni consolazione.
In tal senso, san Paolo nella Lettera agli Efesini ricorda che “Dio è ricco di misericordia” e fa rinascere, con Cristo, da ogni morte, da ogni difficoltà.

La motivazione della speranza è, dunque, nel riconoscere la bontà gratuita del Signore che non abbandona, ma entra nella vita di ciascuno per far risorgere da ogni difficoltà.
Siamo opera sua, creati per le opere buone“.
Non soltanto siamo oggetto di amore, ma siamo anche creati per amare. Sta qui l’origine della vera gioia: sapersi amati e saper amare.

Iniziamo,  allora, questa seconda fase del cammino quaresimale,  prendendo consapevolezza della vicinanza del Signore nelle nostre cadute e cercando di capire dove siamo interpellati ad amare, per gustare la gioia.

Don Michele Fontana.