Il racconto dell’Annunciazione proposto l’ultima domenica prima del Natale è intriso di reminiscenze bibliche.
La stessa visita dell’angelo evoca le visite di Dio ad alcune donne dell’Antico Testamento, come Sara (madre di Isacco), Anna (madre di Samuele) e la madre di Sansone. A tutte è annunciata la nascita di un figlio con una vocazione straordinaria.
Nel presentarsi alla vergine di Nazareth, l’angelo dice: “Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te”.
Parole simili le troviamo rivolte anche a Mosè, Geremia, Gedeone e altri personaggi cui è conferita una missione importante.
Inoltre, l’angelo Gabriele tranquillizza Maria, sorpresa da quell’inaspettata visita, con le parole: “Non temere”, così come lui stesso si è rivolto anche a Zaccaria nel salutarlo.
Dopo lo stupore iniziale, il messaggero divino ricorda alla giovane di Nazareth le promesse di Dio al suo Popolo, che finalmente ora si possono compiere grazie al figlio che nascerà in lei.
Maria è concreta e si chiede come può avvenire tutto ciò dal momento che non “conosce” uomo.
L’angelo le spiega che lo Spirito Santo, presente nella Parola di Dio fin dalla Creazione, scenderà su di lei.
La giovane accoglie l’invito, dichiarandosi “serva del Signore“.
In quel preciso istante, grazie all’incontro dello Spirito Santo con la volontà divina, il Figlio di Dio assume la carne umana nel suo grembo,
Un miracolo che, in modo analogo, si realizza ogni giorno nel nostro cuore quando lo Spirito del Signore, che riceviamo con i sacramenti e alimentiamo nella preghiera, incontra la parola di Dio, che ascoltiamo con gli orecchi e accogliamo con il cuore.
Questo, in fondo, è il miracolo del Natale.
Don Michele Fontana.