Dopo averlo cercato e trovato “di là dal mare“, la numerosa folla che lo seguiva (qualcuno anche per farlo re) chiede a Gesù: “Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?“.
Egli risponde: “Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato“.
Sia la domanda sia la risposta, che ascolteremo nel Vangelo di oggi, non possono e non devono rimanere inosservate.
Il primo spunto di riflessione viene dal fatto che la domanda non riguarda “operare come piace a Dio“, ma “compiere le opere di Dio“.
Il fondamento della morale secondo la sacra Scrittura è , infatti, sforzarsi di fare ciò che Dio fa, agire come lui agisce, comportarsi come Lui si comporta.
E qual è l’opera di Dio?
Opera di Dio è la creazione.
Opera di Dio è la liberazione dalla schiavitù.
Opera di Dio è l’amore concreto, fatto di gesti di misericordia verso ogni creatura, animata e inanimata, visibile e invisibile, soprattutto se piccola, fragile e indifesa.
Siamo, dunque, invitati a collaborare con Dio in queste “opere”:
– a offrirci perché anche attraverso noi continui a “creare” il mondo, plasmi cuori nuovi, costruisca strade di solidarietà e amore;
– a metterci a disposizione perché anche attraverso noi il Signore liberi da ogni tipo di schiavitù fisica, sociale, culturale, ecc.;
– a renderci disponibili affinché anche attraverso noi il Signore continui a raggiungere ogni uomo per amarlo e aiutarlo.
Questa è l’opera di Dio!
Attenzione, però. La domanda della gente si sofferma sul fare: “Cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?“; la risposta di Gesù invita a mirare sul credere: “Credere in colui che egli ha mandato“.
In pratica, il Signore dice che sarà lui a operare queste cose in noi e attraverso noi, se solo lo crederemo e lo vorremo!
Apriamoci a questa fede, allora!
Don Michele Fontana