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L’abbraccio

Nella Liturgia di questa domenica è prevista la lettura del quindicesimo capitolo del Vangelo secondo Luca. Il testo, abbastanza lungo, viene proclamato tutto insieme (anche se si può leggere la forma breve) perché riporta tre parabole che sono accomunate dall’annuncio della misericordia di Dio: la pecorella smarrita; la moneta perduta; il padre e i suoi due figli, quello “prodigo” e quello “accusatore”.

Tutt’e tre le parabole hanno come filo conduttore la gioia:

Il proprietario della pecorella smarrita “Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: Rallegratevi con me…“.

La donna che ritrova la moneta perduta “chiama le amiche e le vicine, e dice: Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto…“.

Il padre chiarisce al figlio maggiore che non intende accogliere il fratello: “Bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato“.

Ecco la buona notizia che oggi portiamo con noi: Dio è gioioso; non è musone e non vuole musoni; e la sua gioia è nel poterci abbracciare e amare.

Sì, la gioia del Signore è amarci. È la gioia di un padre che riaccoglie in casa il figlio che si era perduto, temeva fosse  morto e lo ritrova in vita.

Qui c’è tutto il Vangelo! Qui c’è tutto il cristianesimo. Qui c’è anche la nostra gioia che ci avvolge nell’abbraccio del Signore, e alimentiamo ogni volta che anche noi, come lui, siamo pronti ad abbracciare, o “riabbracciare“, gli altri.

Don Michele Fontana