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La luce sotto pelle!

Questa domenica il Vangelo ci porta con Gesù sul Monte Tabor, insieme a Pietro, Giacomo e Giovanni.
Lì avviene qualcosa di straordinario: il suo volto brilla come il sole e le vesti diventano candide come la luce.

Appaiono anche Mosè ed Elia che parlano con lui.

Tutto l’episodio e intriso di reminiscenze bibliche:
– Il monte sul quale salgono e incontrano il Signore evoca il Sinai.
– Il volto luminoso di Gesù ricorda quello di Mosè che diventava splendente dopo l’incontro con Dio.

Vorrei però soffermare l’attenzione su un altro parallelismo, quello che unisce la Trasfigurazione al racconto immediatamente successivo il peccato originale, riportato nel libro della Genesi.
Secondo la sacra Scrittura, infatti il Signore dopo il peccato rivestì Adamo ed Eva con tuniche di pelli.

Un midrash (testo ebraico di esegesi biblica) commenta questi versetti  sottolineando la stretta assonanza  delle parole “pelle” e “luce“, che in ebraico hanno un suono simile: “Or“.
Secondo quel midrash l’uomo è stato creato con un vestito di luce (immagine e somiglianza con il Creatore); a causa del peccato viene rivestito di pelle spessa, la pelle del cuoio, che soffoca la luce e le impedisce di venire fuori.

La pelle nasconde la luce.

Ogni uomo è creato a immagine di Dio, e nelle acque del Battesimo è rivestito di Luce, riempito di Spirito Santo, inabitato dalla sua grazia.
La nostra fragilità, i nostri difetti, i nostri peccati, tuttavia, oscurano, o addirittura soffocano quella luce divina
.

La Trasfigurazione, allora, mostra cosa Gesù è venuto a fare: riportare l’umanità allo stato originario, fare risplendere la luce che è nell’uomo.

Questo episodio, meditato nella secondo domenica di Quaresima, mostra ancora una volta il senso del cammino che stiamo facendo. La Quaresima è tempo offertoci perché togliamo gli strati di pelle della nostre debolezze e dei nostri peccati, che impediscono alla luce divina di risplendere in noi e attraverso noi.

Don Michele Fontana