Home / Vangelo del giorno / Il cammino della pace

Il cammino della pace

Al termine del lungo viaggio dalla Galilea a Gerusalemme, giunto in prossimità della città santa Gesù comincia inaspettatamente a piangere, pronunciando parole che lasciano intravedere un futuro catastrofico.

Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi. Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra”.

Sono volutamente adoperate immagini di guerra comuni in quel tempo: trincee, uccisione della gente e distruzione totale delle mura e delle case. Così nel passato Gerusalemme fu distrutta da Nabucodonosor; così tra circa quarant’anni sarà accerchiata, invasa e devastata dall’esercito romano.

Dinanzi a questa desolante prospettiva il gesto di Gesù diventa fortemente profetico, non solo perché parla al presente degli abitanti di Gerusalemme, preannunciandone il futuro, ma soprattutto perché parla pure a noi, oggi.

Gesù piange poiché ama la sua patria, il suo popolo, il Tempio. Piange perché sa che tutto sarà distrutto per colpa della gente che non sa rendersi conto del cammino che porta alla pace.

Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi”.
La distruzione è conseguenza di un cammino di pace nascosto!

Ciò vale soprattutto per la pace interiore, dell’anima e della psiche: quando viene nascosta da consigli sbagliati, incitamenti alla guerra, esempi fuorvianti, la persona stessa ne esce demolita, la sua vita devastata.

Il monito si rivolge anche alle nostre relazioni, alle nostre famiglie, alle nostre amicizie, agli ambienti che frequentiamo e viviamo: quando il duro e difficile cammino della pace viene nascosto da suggerimenti a seguire più facili percorsi di indifferenza, orgoglio, odio, cattiveria, pettegolezzo, gelosia, invidia, irascibilità, vendetta, ripicca (ecc.), tutto lentamente si distrugge, gli affetti sono saccheggiati, le amicizie ridotte in macerie; e non rimane pietra su pietra.

Don Michele Fontana