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Gli uccelli dell’incomprensione

Nel Vangelo di Marco, che la liturgia ci sta proponendo in queste settimane, emerge continuamente la difficoltà di Gesù di farsi comprendere dai discepoli.

Abbiamo ascoltato settimana scorsa come Pietro, dopo il primo annuncio della Passione fatto dal Maestro, lo chiamò in disparte per rimproverarlo (addirittura!).

Nel racconto di questa domenica Gesù ritorna ad annunciare la sua imminente Passione.
È  un insegnamento chiaro. Non sta parlando in parabole. Eppure “non capivano queste parole“.
Il loro ideale di successo impediva di comprendere quella profezia, ma avevano timore di chiedere spiegazioni.
Allora Gesù stesso interrogò loro: giunti in casa chiese “Di che cosa stavate discorrendo per la strada?“.
Lungo il cammino infatti, mentre Gesù parlava di Passione, essi discutevano chi fosse il più grande e a chi dovrebbero essere assegnati i posti di maggior onore.

Il richiamo alla “strada” fa venire in mente la parabola del seminatore, in cui il seme caduto sulla strada viene rapito dagli uccelli.

Così è avvenuto: le parole di Gesù non riuscivano a penetrare nei cuori perché rapite dagli uccelli della vanagloria e della superbia.

Con tanta pazienza, allora, il Maestro chiamò tutti a se e spiegò che, chi vuole essere il primo deve farsi ultimo e servo degli altri.

Nel pensare a questo episodio mi viene da invocare il Signore di aiutarmi a riconoscere e scacciare via dal cuore e dalla mente gli uccelli che rischiano di rapire ogni sua Parola che con tanta pazienza semina nella mia vita lungo la strada che percorro quotidianamente.

Mi aiuti, il Signore, a mandare via gli uccelli dell’orgoglio, della gelosia, dell’invidia, dell’arrivismo, della ricerca di piacere, successo, onori, condivisioni, ecc.

Don Michele Fontana