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Doglie nell’agonia

Ci avviciniamo lentamente alla fine dell’anno liturgico (domenica prossima), e il Vangelo riporta una parte del discorso apocalittico di Gesù in cui sentiamo parlare di guerre, terremoti, carestie e sconvolgimenti cosmici.

Nonostante le apparenze, quello del Signore è un invito a non avere paura quando vediamo accadere cose simili: nel corso della storia si susseguiranno continuamente, come purtroppo stiamo sperimentato ogni giorno.

Secondo l’insegnamento di Gesù, infatti, questi eventi devono essere interpretati non come annuncio della fine incombente, ma come segni che rimandano all’orizzonte della vita umana.

L’esistenza è un percorso a tappe, tracciato da tante piccole e grandi fini (di una fase dell’età, di una relazione, di un amore, di un’amicizia, di un lavoro, di una posizione economica, di un’esperienza, ecc.), fino alla tappa ultima.

La fede invita a vedere in ciascuna di queste fini altrettante rinascite; per intravedere, come direbbe S. Agostino non il mondo che sta morendo, ma il nuovo mondo che sta nascendo.

L’uomo di fede nel dolore di ogni agonia riesce a cogliere le doglie di un nuovo parto.

Don Michele Fontana