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Dalla prospettiva della mangiatoia

Guardando il presepio mi chiedevo: Chissà come avrà visto il mondo Gesù cambiando prospettiva?

Il Verbo eterno, il Figlio di Dio, facendosi Bambino ora vede il mondo non più guardando dall’alto verso il basso, dal Cielo (e mi riferisco alla sfera divina e non all’aere), ma osservandolo dalla terra, dal basso verso l’alto, dalla prospettiva della mangiatoia, che è  quella degli ultimi, degli indifesi, dei poveri.

Chissà cosa avrà visto Gesù aprendo gli occhi? Chissà quale sia stato il suo “imprinting“?

L’imprinting è quel particolare processo per mezzo del quale alcuni animali, soprattutto volatili, appena nati riconoscono come madre un altro uccello, in alcuni casi anche uomini o addirittura oggetti, che vedono per primi e con i quali vivono le prime esperienze.

Cosa c’entra l’imprinting con il Natale?
Certamente Gesù è infinitamente diverso da qualunque pulcino e da ogni altra creatura. È vero Dio e vero uomo. D’altronde questo stiamo festeggiando: l’incarnazione di Dio.

Ma lasciamoci guidare dalla semplice fantasia.
Cosa avrà visto Gesù dalla culla, e da quel momento ha riconosciuto come suo familiare?

Ha visto certamente Maria e Giuseppe.
Ha visto una schiera innumerevole di angeli.
Ha visto persone umili e povere come i pastori.

Non si può parlare di imprinting in senso scientifico, ma possiamo tranquillamente concordare che  la familiarità con queste persone sia impressa nel futuro comportamento del Bimbo di Betlemme.

Da quel momento la sua famiglia è stata Maria e Giuseppe; da quel momento  suoi familiari sono stati gli angeli e il Cielo tutto; da quel momento sua sorella è stata la povertà e suoi fratelli i  poveri e i sofferenti.

Ognuno di noi ha fatto in casa un presepe, o almeno conserva una statuetta o una semplice immaginetta del Bambinello. La domanda che mi sovviene è: Gesù che nasce, aprendo gli occhi nella sua effige conservata o esposta nelle nostre case, cosa vede oggi?

Forse non vede nemmeno noi perché giace dimenticato in qualche cassetto, oppure perché non lo degniamo di attenzioni, distratti a chiacchierare, mangiare e giocare senza il festeggiato.
Come può considerarci suoi familiari?

E qualora ci vedesse davanti ai nostri presepi, cosa vedrebbe dentro di noi?

L’augurio di questo Natale e che Gesù, aprendo gli occhi nelle nostre case, possa vederci davanti a lui in preghiera, e vedere dentro di noi tanto amore per lui e tanta volontà di cambiare.

Don Michele Fontana