Con la Domenica delle Palme entriamo liturgicamente nella Settimana Santa.
Per il terzo anno consecutivo lo facciamo in un contesto di ansia e preoccupazione planetaria.
Due anni fa eravamo in pieno lockdown a causa dell’improvvisa e surreale esplosione della pandemia; l’anno scorso alla sofferenza sanitaria si è unita quella economica e sociale; quest’anno la situazione è ulteriormente aggravata dall’invasione dell’Ucraina con i crimini umanitari perpetrati, le atrocità causate dai bombardamenti e l’emergenza sanitaria, civile e sociale che la guerra comporta per il popolo Ucraino, insieme all’accentuarsi della crisi economica, alimentare ed energetica su scala mondiale.
In questa drammatica situazione storica, Gesù cosa fa?
Prende la croce. Si fa carico del male che essa comporta: male fisico, psicologico e, soprattutto, spirituale, perché le crisi seminano inevitabilmente sfiducia, disperazione e zizzania.
E noi, cosa dobbiamo fare?
Ci indica la strada la Vergine Maria che in questi giorni vedremo sostare ai piedi della Croce: ha seguito suo Figlio; ha preso su di sé la propria parte di sofferenza, di buio e di smarrimento, e ha percorso la strada della Passione custodendo accesa nel cuore la lampada della fede.
Con la grazia di Dio, anche noi possiamo, con discrezione, porci ai piedi delle Croci dei nostri fratelli; pregare per loro e con loro; porgergli l’acqua della carità per lenire la sete di vita e di speranza.
Don Michele Fontana