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In equilibrio sulle acque

Pietro e altri discepoli attraversano la notte su una barca, nel grande lago di Galilea, lottando contro vento forte, pioggia intensa e onde alte, nello sforzo di giungere alla riva opposta a quella da cui si sono congedati da Gesù.

Sul finire della notte avviene qualcosa di straordinario: vedono il Signore andargli incontro camminando sulle acque.

Pietro stordito dalla straordinarietà della visione grida: “Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque“.

La prima parte dell’esclamazione, “Se sei tu“, tradisce lo sconcerto di fronte a quella scena inusuale. È veramente lui o un fantasma?

La richiesta invece anticipa e sintetizza la preghiera che da quel momento si eleverà dalla Chiesa, come Pietro e con Pietro. In quelle parole è racchiusa anche ogni nostra invocazione nelle difficoltà.
Signore, comandami di venire verso di te sulle acque“.
Quando le acque  della vita si agitano e scuotono la nostra barca facendoci sentire persi, chiediamo al Signore che ci aiuti a non affondare, e ci conceda di camminare su quelle acque.

Ambulare sui flutti agitati non è umanamente possibile. Lo possiamo solo per grazia, solo se procediamo in direzione di Gesù.Verso di te“. Se, cioè,  affrontiamo le difficoltà cercando di dirigere pensieri e scelte verso di lui.

Può, comunque, accadere che nel tentativo di camminare sulle acque, l’irrobustirsi della loro furia ci faccia perdere equilibrio e il mostro  della paura si ripresenta, ancor più imponente.
Sulle onde agitate si sta in equilibrio solo se si ha fede nella presenza di Gesù e nel suo aiuto.

Don Michele Fontana