“Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto.
Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre.
Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre.
Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui“.
Oggi la liturgia propone la nota parabola del Buon samaritano: racconto sempre attuale che si staglia tra le pagine del Vangelo come richiamo continuo alle coscienze.
È il mondo intero, infatti, a scendere da Gerico a Gerusalemme in quel malcapitato.
Sono gli immigrati, che abbandonano casa per una sospirata stabilità economica e familiare.
Sono i profughi, costretti a lasciare affetti e radici in cerca di pace e serenità.
Sono i disoccupati, che ogni giorno percorrono le strade delle nostre città elemosinando lavoro e dignità.
Sono i malati con i loro viaggi di lacrime e preghiera, che implorano cure per mantenere acceso il lumicino della speranza.
Sono gli anziani, che attraversano nella solitudine e abbandono l’ultimo tratto della vita assetati di semplici sorrisi.
Sono le donne abusate, stuprate e violentate.
Le vittime di violenza di genere e soprusi psicologici.
Le persone soggette a stolking o mobbing, che non trovano difese ne difensori
Tutti coloro che sono privati della libertà di scelta, espressione, orientamento.
Nella parabola di oggi, Gesù narra di un sacerdote e un levita che vedono il moribondo lungo la strada e passano oltre.
Ma oltre l’uomo non c’è nulla, nemmeno Dio!
Il samaritano, invece, un nemico del malcapitato, lo vede, si commuove, si fa vicino, lo cura.
In quell’uomo trova Dio, e Dio trova lui.
Questo potrebbe essere un messaggio da meditare: il Signore ci dà appuntamento nelle persone che incontriamo lungo la nostra strada. Oggi.
A noi spetta decidere se vedere, fermarsi, amare, oppure passare oltre.
Don Michele Fontana